venerdì 28 settembre 2012

Ho portato il culo a casa! - I brought my ass home!


Quando ero un ragazzo suonavo la fisarmonica in un gruppo folk.
Giravamo accalcati in un furgone imbottito di strumenti musicali facendo spesso anche parecchia strada.
Alla fine delle serate, dopo avere smontato tutto, il furgone ci riportava al punto di ritrovo.
E da lì ciascuno di noi tornava a casa con la propria auto.
Mi ritrovavo, giovanissimo, a guidare a notte fonda, distrutto dalla fatica, arrancando per tornare tutto intero.
E quando finalmente svoltavo sulla via di casa dicevo fra me e me: "Ho portato il culo a casa!".

Poi venne il giorno della partenza per il servizio militare.
Per non gettare un anno alle ortiche scelsi di fare uno sforzo in più e mi iscrissi al corso Allievi Ufficiali di Complemento: cinque mesi di corso a Roma (marce, esercitazioni, guardie al Quirinale, ...), e poi altri dieci mesi di servizio da Sottotenente a Bellinzago in provincia di Novara (prontezze operative, campi, simulazioni di guerra, ...).
Il giorno del mio congedo, a fine periodo, ero stanchissimo: ero appena smontato da un servizio di picchetto.
Ero in macchina e guidavo indossando ancora la divisa da combattimento.
E di nuovo svoltando sulla via di casa dissi fra me e me: "Ho portato il culo a casa!"

Mi misi a fare il rappresentate. Vendevo telefoni cellulari quando ancora erano prodotti di avanguardia.
Nelle case c'erano i telefoni grigi della Sip e io avevo un nuovissimo apparecchio trasportabile Panasonic che era grande come un dizionario.
Quando chiesi quale zona geografica avrei coperto mi risposero: l'Emilia Romagna!
E allora presi a spazzolare l'autostrada fra Piacenza e Cesena macinando centinaia di chilometri ogni giorno.
Tutte le sere il viaggio di ritorno era una lotta contro i colpi di sonno.
E svoltando, finalmente, sulla via di casa dicevo fra me e me: "Ho portato il culo a casa!"

Poi venne la leucemia. Dalla sera alla mattina mi ritrovai in ospedale in fin di vita.
Mi imbottirono di farmaci. Mi fecero la radio terapia e diverse chemio.
Subii il trapianto di midollo e i tremendi effetti dell'aplasia midollare.
Il giorno delle dimissioni pesavo 55 kg e faticavo a reggermi in piedi.
Mia moglie mi accompagnò con la macchina.
E ancora una volta, svoltando sulla via di casa dissi fra me e me: "Ho portato il culo a casa!"

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