mercoledì 12 settembre 2012

Fotografie - Photographs


Ho un po' di tempo libero... chiudo gli occhi e apro il cassetto dei ricordi...
Sfoglio le mie fotografie...


Qui sono sdraiato sul pavimento del bagno... ero appena svenuto...
Non avevo la minima idea di cosa avrei passato nei mesi successivi...

Ecco... in questa  c'è la faccia impallidita della dottoressa dopo avere letto i valori del primo esame del sangue...

Qui ci sono io sul letto e mia moglie, lì accanto. Mi aveva appena detto che avevo la leucemia e una grossa infezione ai polmoni... che botta!

Poi... vediamo... ah sì... qui è notte e sto respirando con la macchina per la ginnastica polmonare, un periodaccio...

E questa è mia moglie... dorme sulla poltrona accanto al mio letto. Io ho gli occhi aperti perché non riuscivo a dormire e allora la osservavo...

Ah, qui c'è Toni, l'infermiere amico, che apre la porta preoccupato perché dal corridoio mi sentiva ridere! Avevo trovato un programma alla TV che mi faceva sbellicare... ah ah ah...

Ce ne sono altre... ecco, questo è il Dott. Forghieri che spalanca la porta e tutto raggiante quasi grida: "Ho una ottima notizia per lei: il midollo di suo fratello è compatibile!"... eh eh eh... Forghieri... di solito sempre così compassato...

Ah... poi c'è questa... qui due infermiere, Betta e Anna Maria, mi stanno lavando... ero talmente debole da non potermi muovere...

Questo è Leonardo: il mitico Dott. Ferrara. Qui accosta la porta e fa capolino dalla soglia dicendo: "Ciao Alfie!! Ho saputo che fai progressi! Ti saluto da qui che sono pure raffreddato... Dai! Metticela tutta!!"...
Ci vediamo e sentiamo ancora oggi Leo e io...

Qui Ferruccio, un altro infermiere, nel cuore della notte entra, non chiamato, per vedere se è tutto ok. Aveva visto da fuori la luce accesa nella stanza filtrare sotto la porta... che bella persona!

Poi... ah sì... questa è la Dott.ssa Fantuzzi, una ragazza carina e con modi molto gentili. Qui stava facendomi un midollo... una aspirazione di sangue midollare dalla schiena... con gli altri dottori ho quasi sempre sofferto, con lei mai...

E qui c'è Carla, un'anima solare... mia moglie e lei si facevano lunghissime chiacchierate... Gli infermieri aiutano tutti: pazienti e famigliari...

Ah, e c'è anche Ilaria... la costanza fatta persona. Estenuanti turni interminabili a ripetizione e lei, sempre presente con quel sorriso disarmante...

Questo è mio fratello che mi viene a trovare... sono le 6 del mattino... lui per venire a trovarmi si alzava alle 5, faceva una doccia veloce e si precipitava da me... era inverno e spesso c'era la neve...

E questa invece è mia sorella... anche lei faceva orari incredibili per passare da me... le discussioni quando c'era la nebbia e lei voleva mettersi in strada con l'auto nuova...
Una volta mi portò una foto a grandezza naturale delle mie bimbe che mi mancavano tanto...

Poi c'è Maria: l'infermiera più precisa che ci sia! Lei conosce le procedure e le manovre più strane e difficili... e riprende i colleghi se fanno piccole sbavature... In questa immagine sta medicando il mio PICC, quel tubicino che entra nel mio braccio destro e raggiunge la succlavia nel collo... serve per le infusioni e per i prelievi...

Questa è Chiara, la psicologa. Abbiamo parlato molto io e lei (tanto non avevo altri impegni!)... Mi salutava sempre con una stretta di mano prima di andarsene: una piccola deroga al regolamento, ma anche un breve contatto umano molto importante per me...

Qui sono immobile sul letto e il Professor Narni mi sta parlando... ero paralizzato dal malessere e lui mi incitava a reagire. Procedere a piccoli passi, diceva... I miei passi erano molto piccoli in effetti...

Ah, qui ci siamo io, mia moglie e Giovanna, una delle infermiere più simpatiche... infatti stiamo tutti e tre ridendo... lei ti racconta sempre di sua figlia e trova una morale universale dietro qualsiasi cosa... Giovanna porta le bottiglie con la terapia ma ti fa sempre anche una bella iniezione di ottimismo...

Ecco, poi qui ci sono i miei genitori... mia madre seduta e mio padre sempre in piedi, con le mani strette sul tubo ai piedi del letto, quasi volesse provare a scuotermi...
Hanno sofferto molto vedendomi in quelle condizioni... cercavano di non darlo a vedere ma non gli riusciva...
E io cercavo di apparire meno sofferente... ma anche me non riusciva...

In questa io sono quello avvolto nelle coperte sulla barella a ruote... i ragazzi del trasporto mi stavano trascinando lungo i corridoi sotterranei... andavo a fare l'ennesima radiografia o TAC... c'era un freddo cane...

Oh... questa è bella... i medici in parata davanti al mio letto per la visita quotidiana. In prima fila la mia amica Dott.ssa Monica Morselli, occhi chiari e sorriso luminoso... la conoscevo da ragazzo e l'ho ritrovata qui; il Professor Luppi con quei capelli ribelli e la barba scura, un vero leader; il Dott. Forghieri, la Dott.ssa Fantuzzi... e qualche praticante...
Parlottavano a bassa voce fra di loro e poi uno prendeva la parola ed elencava valori, terapie, misure e contromisure... Non sempre capivo tutto, eh eh eh...

Ah qui è la mia prima uscita dopo mesi di ricovero... è il giorno della prima comunione delle mie bimbe... tutta la famiglia intorno al tavolo in parrocchia, dopo la cerimonia... avevo quella specie di lanuggine al posto dei capelli... ed ero anche molto magro e debole...

In questa sono nel reparto di chirurgia toracica: all'ultima TAC, prima dell'uscita per i giorni di Pasqua, c'erano delle ombre scure nei polmoni. Il Dott. Potenza, ottimo medico ma piuttosto pignolo, con la Dott.ssa Paolini, mi aveva anticipato che al rientro da quei pochi giorni a casa, avrei fatto una biopsia polmonare (anestesia totale, tre buchi nel costato, un polmone fermo, prelievo di un campione, riavvio del polmone, sutura..)! Ma poi, come in un film, all'ultimissimo minuto, prima di andare in sala operatoria, mi fecero, su insistenza dello stesso Potenza, una ultima TAC di verifica...
Insomma: allarme rientrato e pianto liberatorio... qui sono al telefono con mio fratello... all'altro capo lui piangeva nel suo negozio...

Questo qui, invece, è Gino. Mi hanno messo in stanza con lui. Era un paziente sessantenne di oncologia in prestito in ematologia. Aveva qualche problema di memoria e ripeteva sempre le cose... Si lamentava molto Gino, poveretto: aveva un gran mal di schiena...

Poi, ecco... questo invece è il mio nuovo compagno di stanza: Alberto. Siamo diventati subito amici. Suo padre, questo signore distinto qui accanto, è stato molto gentile con me.
La domenica si presentava con un vassoio con i migliori piatti della trattoria fuori l'ospedale. Non scorderò mai la prima volta, quando ci portò dei favolosi tortellini in brodo...

Ah, poi questa: qui sono in sala operatoria. Mi stanno impiantando l'Hickman: un catetere venoso centrale... un tubo che dal petto entra in una grossa vena... Serve per le infusioni prima e dopo il trapianto... era la mia prima volta in sala operatoria...

Qui io e mia moglie stiamo infilando cose e vestiti nei sacchetti sterili prima di entrare all'Unità Trapianti... tutto doveva essere pulito e disinfettato...

Ah... ecco, qui sono immobilizzato a quella specie di trespolo di ferro e plastica nel reparto di radioterapia... il Dott. Bertoni e la Dott.ssa Pratissoli, queste due figure che armeggiano con i pannelli di plexiglass, si assicurano che io non possa fare il minimo movimento durante l'irraggiamento...
Incredibilmente c'era un clima disteso e scherzoso, nonostante l'estrema delicatezza e rischiosità della terapia...

E qui... Sophie, una infermiera dolcissima di origini francesi, mi attacca alla mia nuova asta con tre pompe per infusioni... quel groviglio di tubi e raccordi che mi entravano in corpo all'inizio era inquietante... poi ci feci l'abitudine.
La pompa grigia... ecco, questa... emette un forte ticchiettio meccanico costante che punteggia le giornate, ma soprattutto le nottate, eh eh...

Ah, poi c'è Rossella... l'uragano del reparto. Quando salutava il paziente della stanza accanto rispondevo io, tanto era alto il tono della sua voce... ancora sento il suo grido: "Buongioooorno giovanottoooo!!!"
In questa immagine Rossella mi stava spiegando che tutte le volte che andavo in bagno dovevo: mettere dei guanti monouso di vinile, misurare la quantità di urina prima di scaricare, togliere e gettare i guanti, lavarmi le mani e segnare il valore su un modulo di carta... Con tutti i liquidi che mi infondevano andavo in bagno giorno e notte ogni 40 minuti... un vero strazio...

Ed ecco Matteo... l'infermiere con gli occhi azzurri che mi ha portato il sangue midollare donatomi da mio fratello. Qui sta appendendo la sacca all'asta. Per dare la giusta enfasi a quell'istante così simbolico Matteo disse solennemente: "Spegni la televisione e metti su una musica che ti piace..."
Scelsi l'album Long Road Out Of Eden degli Eagles...

E questo ragazzo così alto è Alessandro, un altro infermiere che non scorderò per la sua grande pazienza e disponibilità... ero martoriato da una mucosite devastante e da un mal di schiena martellante... non sapevo dove sbattere la testa e lui, ogni sera, mi portava un po' di tè caldo e si fermava a chiacchierare con me di musica e altri argomenti leggeri... mi distraeva un po'...

Questa invece è la ragazza delle pulizie... non ho mai saputo il suo nome, ma so che ha un figlio maschio che la fa diventare matta... Passava a pulire e disinfettare due volte al giorno e ogni volta mi chiedeva come stavo e se avevo notizie delle mie figlie. Anche questa ragazza ha avuto un ruolo importante nel mio percorso... a modo suo era anche lei una parentesi di vita normale in mezzo a quel lungo incubo...

Poi Pietro, sempre sorridente e di buon umore... e qui Vincenzo, preciso e puntuale nonché estremamente educato: chiedeva sempre scusa e permesso prima di entrare... e anche prima di uscire!

Ah e poi qui sto richiudendo la porta dopo avere raccolto tutte le mie cose sul carrello.
Stavo lasciando l'Unità Trapianti... c'era silenzio ed ero finalmente libero dall'asta per le infusioni... forse un po' malinconico... Ma non rimpiangerò quel posto...

Questa è una delle mie preferite: finalmente di ritorno a casa, sono sulla porta e le mie adorate figliole mi regalano un lunghissimo abbraccio. Io non trattengo più le lacrime... mi commuovo anche adesso...

In questa sono al day hospital con mio padre per le medicazioni all'Hickman... siamo su quelle sedie di legno da ore... in attesa...

Qui la Dott.ssa Pedrazzi con il suo grande sorriso mi fa un mieloaspirato. Un'altra mano felice, per fortuna...

In questa, invece, c'è la Dott.ssa Cuoghi e i suoi capelli corti e rossi... e lo stetoscopio sempre al collo.

E qui ci sono le impiegate al bancone del day hospital: quello dove mi registro quando arrivo per i controlli.
Ricevono migliaia di pazienti tutti i giorni ma una, questa signora che sorride, quando mi vede mi riconosce e mi chiama per nome...

Poi la Dott.ssa Bresciani... così piccola e così grande.  Un altro distillato di precisione assoluta. Perfetta.

Ah... e questo signore è il Dott. Cintori... Lui ama andare in vacanza in Svizzera. Quando gli ho detto che io ci sono nato ha voluto sapere tutti i dettagli. Con Cintori sto rifacendo da capo tutte le vaccinazioni. Ad ogni appuntamento mi fanno due punture sulle spalle.

E questa è Valeria: la Dott.ssa Coluccio... Qui sorride nel suo camice di dottoressa. Lei è tagliata per questo lavoro, sa bilanciare bene fra professione e rapporti umani. Mi mette sempre a mio agio; le visite periodiche assomigliano a incontri fra vecchi amici...

Mentre questa è Lisa: la Dott.ssa Galli, responsabile per il Servizio Psicologia dell'AIL. Qui siamo nel suo studio e ci scambiamo una stretta di mano. Ci eravamo incontrati precedentemente una volta in reparto... un incontro veloce ma significativo. Poi qui ci siamo conosciuti meglio dopo avere ripreso i contatti. Fu Lisa a suggerirmi di aprire un mio blog personale. Il giorno dopo avevo già creato il blog e postato il primo scritto. Sono felice di avere seguito il suo consiglio!


Queste sono solo alcune fotografie fra le tante che mi porto dentro.
Per ognuna di esse c'è un episodio, un aneddoto... e i bei ricordi superano quelli brutti.

Auguro ai miei "compagni di viaggio" di conservare le loro immagini.
Nella vita che segue la malattia saranno più ricchi.
E sapranno sempre che può esserci un universo in ogni gesto... e che c'è un popolo di persone che dedica la propria esistenza agli altri con un tale slancio di impegno e generosità che non si può che restare ammirati...

1 commento:

  1. Wow! Alfi non hai dimenticato nessuno...
    Hai saputo cogliere le caratteristiche principali di ciascuno descrivendole con poche parole. Mi sembra di vederle queste foto...Grande, grande! Veronica

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