venerdì 30 novembre 2012

Il pianista - The piano player


Era una umida sera di novembre,
le strade erano lucide per la densa foschia.
Novara era buia e stanca.
Grigie figure si affrettavano sotto i portici scuri.

La luna era un pallido alone nel cielo nero,
mentre il mormorio della città giungeva ovattato.
Un vago odore di polvere bagnata
si spandeva dalle fredde pietre dei monumenti.

Il colonnato del centro era alto e solenne.
Al suo interno alcune vetrine emettevano una luce gialla
che sbordava sui muri e sul selciato:
l'american bar del dopocena.

L'insegna era vecchia ma ben conservata
e la vista della sala filtrava fra eleganti tende chiare…
Una coppia di giovani emerse dal buio antistante l'ingresso,
lui spinse la porta e insieme varcarono la soglia.

Dentro c'era un piacevole tepore e si avvertiva profumo di caffè.
Qua e là tavolini rotondi con lunghe tovaglie e una candela al centro.
Clienti… qualcuno sorseggiava un tè, uno leggeva un libro…
Due signore chiacchieravano sottovoce e un militare cercava il cameriere…

Al centro della sala un grande pianoforte a coda nero, lucido:
uno spettacolo per gli occhi e le orecchie.
Un bravo pianista sui cinquanta
si esibiva senza incombere.

La musica era dolce e morbida.
I saliscendi sulla tastiera cullavano i pensieri.
Un finale a tempo di swing
e il passaggio al brano seguente…

Con occhi assenti il pianista osservava le proprie mani.
Un cameriere gli si avvicinò col vassoio
e appoggiò un bicchiere di vino sul pianoforte.
Con un cenno della testa il musicista ringraziò.

Un altro brano ebbe inizio… la sala manteneva il suo brusio.
Il pianista allargava la sua musica,
il locale lo circondava con distacco
e il tempo scorreva lento e indifferente.

Decine di vite si incrociavano in quel bar.
Storie di incontri, amicizie, amori…
Il progredire delle cose…
Come un cammino silenzioso.

Vivevano tutti con un sottofondo comune:
il suono buono del pianoforte di un pianista generoso,
muto e discreto… quasi assente,
solo con se stesso e la sua musica.




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