lunedì 5 novembre 2012

La barca - The boat


Il fulmine e il tuono insieme,
la tempesta è vicinissima,
il mare è in burrasca,
alti cavalloni d'acqua si inseguono ovunque.

La pioggia battente aggiunge acqua all'acqua,
creste di schiuma bianca scivolano verso l'alto,
mentre si formano profonde gole impetuose;
le onde si contorcono e sbattono…

Là in lontananza una luce fioca,
una piccola lucciola nel buio della tempesta;
resiste testarda allo scuotimento incessante,
sparisce e riappare fra le mura d'acqua scura.

È una barca, un peschereccio,
chissà come in quel tormento.
La campana sul ponte suona impazzita,
scossa da mani invisibili.

Al timone un pescatore,
con le dita strette sulla ruota,
grida, quasi per fronteggiare
il mostro che impera là fuori.

Una valanga d'acqua lo investe;
lui per un momento annega,
poi riprende fiato
con un urlo all'incontrario.

La barca si impenna,
risale una parete d'acqua;
la pioggia orizzontale invade la cabina,
la prua punta al cielo.

Poi l'onda si ritira,
le eliche frullano a vuoto,
lo scafo è sospeso…
Il tempo è sospeso…

Un fulmine squarcia l'aria,
la luce imbianca la scena,
il tuono rimbomba nella sentina,
la barca si torce e precipita.

Attimi di terrore cieco,
il pescatore chiude gli occhi abbagliati,
la prua ora punta verso il mare;
ampie fauci d'acqua spalancate attendono lo scafo.

Con un tonfo sordo l'imbarcazione si immerge,
tutto intorno è acqua,
il pescatore si artiglia al timone,
il corpo strattonato dai flutti.

Il rombo ovattato dei motori insiste sott'acqua,
il pescatore stringe i denti e prolunga lo sforzo,
i suoi polmoni protestano per il bisogno d'aria,
la barca arranca verso la superficie.

E finalmente, con un tuffo dal basso,
riemerge in quell'inferno in burrasca,
il pescatore respira disperatamente,
l'aria lo riporta al mondo.

Quel mondo così arrabbiato e scuro,
dove il sopra si mischia col sotto,
il giorno sembra notte
e salvarsi pare una lotta persa…

L'uomo si scuote l'acqua di dosso,
osserva il giro di orizzonte tutto intorno,
spinge lo sguardo sui dettagli più lontani;
quella superficie imbizzarrita sembra estendersi all'infinito.

Un lampo, un altro… c'è qualcosa là a dritta;
è un bagliore regolare, non uno scherzo della mente.
L'impulso luminoso insiste… sembra un faro,
la luce si avvicina… e gradualmente… si sfoca…

La pioggia finisce,
il vento si ferma,
le acque si calmano,
la barca non beccheggia…

Apro gli occhi… sono sudato e stanco.
La mia stanza d'ospedale, il mio letto;
è ancora notte, c'è silenzio e quiete.
Devo calmarmi…

Ripenso a quel sogno,
Ero il pescatore coraggioso?
No, ero piuttosto quel piccolo natante resiliente.
Caparbio e ostinato a sopravvivere e a lottare ancora.



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